03 Feb Quando si può considerare concluso un percorso psicologico?
In base anche alla richiesta di aiuto del paziente, alla sua storia, posso scegliere tra un intervento a breve tempo, mirato alla risoluzione dei sintomi oppure tra un intervento lungo, complesso e approfondito.
La chiusura di un percorso psicologico è un momento emozionante che stabilisco insieme al paziente e si svolge in varie sedute, in seguito ad alcune osservazioni che faccio.
Per dire, se tiro una linea e faccio la somma, posso vedere come si è trasformato il paziente da quando è arrivato da me per la prima volta e com’è adesso, nel qui ed ora.
- Ha sviluppato un buon insight; se prima la sua voce interna era critica e severa con sé e con il mondo, ora è amorevole e tollerante; ora è capace di parlare a se stesso/a in termini di autocritica costruttiva; è capace di riflettere su di sé senza giudizio, né colpa; è capace di discriminare maggiormente tra sé e l’altro; non prende più le cose sul personale.
- I sintomi per quali ha iniziato la terapia sono diminuiti oppure scomparsi (ansia, fobie, attacchi di panico, somatizzazioni, ecc).
- Ha risolto i problemi per i quali ha iniziato il percorso psicologico
- Miglioramento delle sue dinamiche relazionali in seguito ad un maggiore sviluppo dei suoi confini emotivi; ora sa scegliere e decidere chi far entrare ed chi fare uscire dalla sua vita. Sa fare differenza tra chi gli aggiunge valore e chi lo butta giù. Sa trovarsi uno spazio (fisico, emotivo) tutto per sé.
- La forza dell’Io è diventata proprio una forza. Ha imparato a regolare le proprie emozioni (a gestire da solo la rabbia, la tristezza, il vuoto, la solitudine, la frustrazione). Funziona in modo indipendente.
- Ha acquisito una capacità narrativa di sé e del mondo circostante in modo fluido ed integrato, con gli aspetti positivi e negativi tutti insieme.
- Sa assumersi la responsabilità. È consapevole che ha il potere di cambiare le cose e sa differenziare tra ciò che sta nel suo potere e ciò che non lo è.
- È diventato genitore di se stesso/a. Non si trascura più, sa prendersi cura di sé stesso/a (sonno, attività fisica, sa calibrare il lavoro con la vita privata, sociale). Ha imparato tecniche di gestione e prevenzione dello stress che ha introdotto come routine nella sua vita. Non si aspetta più che gli altri si prendono cura di sé; è proattivo e non più passivo.
Un percorso psicologico è un investimento, un regalo che la persona fa a se stessa.
Potrebbe essere l’unico percorso, come anche uno di una serie di percorsi diversi che farà lungo la vita.
Anche perché le tematiche, i bisogni e le situazioni in cui ci troviamo possono essere variegate e inaspettate.
Un lavoro di introspezione che tira fuori ciò che la persona possiede già dentro di sé. Trasforma le sue tenebre e le fa diventare punti di forza.
[Testo originale su it.quora.com]
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