Le cose che la gente fa pensando che siano normali

Le cose che la gente fa pensando che siano normali.

Matteo

Matteo ha 30 anni, fa l’impiegato e ogni mattina prende la macchina per andare al lavoro. Niente di che, 40 km avanti indietro, fa il pendolare, è abituato.

Tranne quelle volte in cui il traffico diventa uno tsunami, si sente sopraffatto dall’attesa in fila e comincia a sbattere il volante e infierire chiunque trova davanti a sé. Chiunque.

In fila alla posta, 5 minuti di attesa di troppo e la signora alza la voce, impaziente e chiama il direttore. Deve andare a prendere la bambina a scuola e le è stato fatto un torto!!! Di 5 minuti. Volano le lamentele e gli urli.

Alessia

Alessia ha 25 anni. È sabato sera, il suo fidanzato è uscito a cena con gli amici di vecchia data, una comitiva simpatica e lei conosce tutti. Comunque, chissà perché, nonostante le rassicurazioni, lei non si fida.

Il cuore le arriva in gola, i pensieri un gomitolo nella testa, il fiato corto le blocca la cassa toracica. Sente di perdere il controllo e lo chiama più volte. Tante volte. Sa con la testa che è irragionevole ciò che fa, ma è più forte di lei, è un bisogno ardente di sentirlo! Ansia, ansia, ansia.

Potrei andare avanti con gli esempi senza esaurirsi, perché sono tanti quanti i volti e i vissuti umani. Gli esempi servono per rendere l’idea, spiegare come, senza volerlo, si enfatizzano fino all’esasperazione situazioni normali di vita, di fatica e di nuovo adattamento.

Il buon senso basta?

Servirebbe solo un po’ di buon senso, calma e flessibilità, essere oggettivi, poter dirsi ok, mi succede questo, come posso gestirlo senza farmi travolgere, senza subire? Le persone si logorano spesso e tanto, in maniera esagerata, esaurendo le proprie energie della giornata, a volte le loro reazioni sono esagerate rispetto alla situazione che devono affrontare.

Lo stress

Non saprei dirvi quanto serio sia il problema, almeno negli esempi (fittizi) descritti sopra. Ciò che conta è la quantità abnorme di stress, ansia, preoccupazione che infligge la persona e che non la fa ragionare. Succede a tutti, direte. Certo.

Invece se questa quantità fosse tutti i giorni la stessa e dello stesso peso, man mano con il passare del tempo, potrebbe venire a meno la capacità della persona di resistere e di funzionare, di vivere la propria vita con un certo aplomb e sano galleggiamento nelle acque inquiete della vita. Perché di questo si tratta.

Non siamo fatti di acciaio. Vincere o essere i numero uno si ritrovano nelle favole con i principi che combattono i draghi.

Galleggiare

Nella vita vera a volte basta solo poter galleggiare, non affondare. Galleggiare permette di sentire il proprio corpo leggero, cullato dall’acqua e portato dalla corrente di quel istante. Galleggiare permette di riposarti, di riprendere il fiato, guardare il cielo, sentire la luce e il sale sulla pelle.

Come stai, come va la tua vita?

Embbe, galleggio, vado avanti. Ti sembra poco? È tanto.

Testo originale su it.quora

Olivia Ceobotaru
info@oliviaceobotaru.com

Sono Olivia Ceobotaru, psicologa clinica. Lavoro sul tema dell’amore e delle relazioni per adulti, coppie e famiglie. Tratto con rispetto e leggerezza argomenti delicati come l’abuso, la violenza in generale, il trauma.

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