Perché i narcisisti detestano l’intimità

Perché i narcisisti detestano l’intimità

Innanzitutto cerchiamo di capire cosa significa l’intimità.

Se per intimità intendi quella sessuale, erotica, l’attrazione e la compatibilità sotto le lenzuola, allora sei semplicemente confus* e reduce di una preconcetto largamente diffuso.

È a questo tipo di intimità che attingono le persone con il disturbo narcisistico di personalità perché partono da abilità imparate (essere seduttivi e farsi sedurre, i giochi alla conquista dell’altro sono delle vere sfide per loro, di dimostrare a se stessi quanto sono bravi, potenti, in controllo).

Non ha niente a che fare con la relazione sentimentale con te. Si tratta di loro. Considerano il corpo come uno strumento della mente, soggetto alla loro volontà. E secondo il disturbo, percepiscono il proprio corpo in base a delle immagini, a delle credenze anziché collegarlo alle emozioni. Il corpo (loro e quelli altrui) rappresenta uno strumento efficiente da utilizzare.

Vi ho già detto che l’intimità erotica è una falsa intimità, vero? O meglio, una parziale intimità, conseguenza dell’intimità emotiva.

L’intimità emotiva è una componente fondamentale delle relazioni umane significative.

Diciamocelo, nella vita incontriamo tante persone e con poche entriamo in una tale sintonia da sentirci a nostro agio, rilassati e tranquilli, frizzanti e liberi di raccontare tutto ciò che ci passa per la testa, senza sentirci giudicati minimamente dall’altro.

  • Forse ti è successo nelle amicizie di vecchia data, con la migliore amica delle superiori con cui andavi a ballare.
  • Forse hai incontrato un perfetto sconosciuto e senza rendertene conto, hai condiviso con lui particolari di te.

Ecco, quella sensazione di apertura, in cui puoi mostrare all’altro i lati morbidi e vulnerabili, un po’ come il gatto, agile e piccolo predatore che ti mostra la pancia morbida, con le zampette in su quando si affida a te perché sente che gli vuoi bene e non gli farai del male.

Lasciarsi andare

Ecco, nel narcisismo patologico lasciarsi andare ai sentimenti non è permesso.

Il disturbo fondamentale della persona narcisista è la negazione dei sentimenti, quindi un deficit nel raggiungimento dell’intimità emotiva, che si tratta di relazioni di amicizia o sentimentali.

I narcisisti non detestano l’intimità emotiva. Sono ambivalenti, la desiderano e la temono contemporaneamente.

Come si fa ad avvicinarsi alle emozioni se non si sono mai conosciute da sempre? È come dare una bici ad un adulto che non è mai andato in bici da piccolo. Dai, pedala, subito e veloce! Corri! È un’impresa impossibile.

L’intimità emotiva richiede apertura, vicinanza di cuore e sentire l’altro

Come si fa a sentire l’altro se per primo non si sente a se stessi?

I narcisisti crescono in ambienti familiari che enfatizzano le prestazioni e negano le emozioni.

  • dove l’umiliazione infantile e i giochi di potere nella famiglia sono nella norma;
  • dove la relazione con i figli è scostante, intermittente e definita da premi e punizioni, inducendo sensi di colpa e vergogna se non si comporta in quello specifico modo richiesto;
  • dove manca una lettura emotiva degli stati d’animo del bambino;
  • dove le emozioni sono misconosciute e svilite in quanto segno di debolezza;
  • dove i genitori stessi sono incapaci di rappresentare una guida amorevole e concreta;
  • dove si razionalizza molto;
  • dove i genitori creano differenze tra i figli, trattano uno come un Dio, mentre l’altro è possibilmente invisibile e le prole devono obbedire senza chiedere spiegazioni; l’invidia e la collera saranno inconsce anche ai figli stessi e scoppieranno in contesti esterni alla famiglia. La competizione è parte integrante della famiglia.

Si compete per ottenere risultati ottimi e così l’amore dei genitori, si compete tra fratelli, spesso uno dei genitori compete con il figlio dello stesso sesso, con cui si identifica (il padre con il figlio, la madre con la figlia). Il linguaggio con i figli è seduttivo e manipolatorio, ambivalente e confuso.

La gentilezza, la tenerezza, la dolcezza, l’umorismo, l’attenzione verso l’altro, la comunicazione diretta, la gioia e il piacere di stare insieme, il piacere in senso lato e come soddisfazione delle piccole cose sono aspetti assenti nelle famiglie narcisistiche, una volta chiuse le porte di casa.

Ciò che mostrano al mondo è un immagine idealizzata e finta, la Famiglia del Mulino Bianco.

I narcisisti imparano da quando sono nati come fingere o almeno come comportarsi nel modo richiesto dai genitori e tutto ciò lascia il segno nella loro struttura cerebrale. La zona del cervello responsabile con le emozioni è meno attivata perché è stata poco stimolata.

Desiderano sinceramente di amare ed essere amati, tanto è vero che all’inizio idealizzano le persone (colleghi, amici, partner sentimentali) in un desiderio inconscio di riparare l’infanzia negata. Voglio adesso ciò che non ho ricevuto da piccolo oppure voglio l’amore e l’adorazione che mamma mi dava.

L’intimità emotiva richiede uno scambio emotivo reciproco, dove entrambi le parti abbassano le difese. È una questione di fiducia. Nel narcisismo patologico io non mi fido nemmeno di me, figuriamoci dell’altro! E per compensare la mia debolezza, mi mostro potente, calmo, freddo, in controllo delle mie emozioni.

Sono talmente preoccupato a mantenere in piedi questa cosa, spendo tutta l’energia in me stesso e non ne ho altra da dedicare all’altro.

Se mi parli di emozioni, posso anche sentirmi imbarazzato perché sento poco, mi sconnetto e regredisco, divento d’un tratto infantile. Mi difendo anche così, lasciando l’altro sconcertato e confuso che cercava di approfondire un discorso con me.

Se sento profumo diverso da ciò che conosco, il mio inconscio abbassa, all’improvviso e senza spiegazioni, le serrande e la stanza ritorna buia, cupa, grigia. È quel senso di frustrazione e insoddisfazione costante, come un sottofondo che gira in automatico.

[Testo originale su it.quora.com]

Olivia Ceobotaru
info@oliviaceobotaru.com

Sono Olivia Ceobotaru, psicologa clinica. Lavoro sul tema dell’amore e delle relazioni per adulti, coppie e famiglie. Tratto con rispetto e leggerezza argomenti delicati come l’abuso, la violenza in generale, il trauma.

2 Comments
  • Nadia
    Posted at 11:47h, 05 Aprile Rispondi

    Il mio narci dopo 7anni di frustrazioni manipolazioni malato di AIDS che ha dovuto dirmi dopo 4anni x un ricovero con le lacrime agli occhi che era positivo l’ho perdonato x fortuna io nn l’ho presa 2mesi fa l’ho lasciato contattando la sua ex sono venuta a sapere che sono 30anni che è positivo e anche lei lo ha scoperto tramite esami suoi che aveva dimenticato questa persona è un parassita manipolatore x 7anni ho subito di tt

    • Olivia Ceobotaru
      Posted at 10:25h, 06 Aprile Rispondi

      Buongiorno,Nadia. Ringrazio per la sua condivisione e spero che Lei oggi stia bene, che abbia ritrovato la tranquillità. Il recupero in seguito ad una relazione sentimentale con un partner NP è lungo e faticoso, ripristinare la salute psicofisica richiede riposo adeguato, alimentazione sana, stare all’aperto, rapporti nutrienti e soprattutto un buon rapporto con se stessa, il modo in cui si parla a se stessa. Non serve perdonare il suo ex partner, è importante perdonare se stessa di aver sopportato, tollerato gli abusi. Anche un percorso di psicoterapia la potrebbe aiutare maggiormente e favorire la sua ripresa. Buone cose

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