Come affrontare la malattia di un genitore

Come affrontare la malattia di un genitore

Su Quora che è una piattaforma di rete sociale con l’obiettivo di condividere informazioni e su cui scrivo spesso, ho ricevuto questa domanda:

Mio padre è sempre stato una persona grintosa e resiliente, ma la sua malattia, che porta avanti da anni, ha piegato il suo spirito ultimamente. Dice spesso che si sente di morire. Cosa posso fare? Non riesco a trovare una risposta dentro di me.

Gli animali, quando sentono di essere arrivata la loro ora, spesso si ritirano in posti bui, isolati, smettono di mangiare. I cani, i gatti fanno così. Lo stesso i contadini, gli anziani, i saggi del villaggio e non solo loro.

Insomma, le persone con un forte legame con la natura, hanno acquisito una saggezza popolare, un sesto senso, si affidano al loro istinto e si lasciano anche andare alla vita, seguendo il flusso degli eventi, non solo controllandoli.

Una malattia cronica da un lato tira fuori la grinta e la voglia di vivere ancora, si attiva l’istinto di sopravvivenza e la persona comincia a combattere, a reagire.

Da un un altro lato, quando la cronicità rappresenta anche dolore fisico prolungato, difficoltà di deambulare, impedisce l’autonomia individuale, quando taglia la persona fuori dalla vita sociale e professionale, è più complicato ritrovare un nuovo significato alla propria vita.

E se la persona non può più svolgere i propri interessi, se la sua malattia diventa fonte di stress e preoccupazione anche per i familiari, non vogliamo essere un peso per gli altri. Preferiamo salutare con grazia e rendere liberi coloro che amiamo.

Difficile spiegare tutto ciò ai propri figli senza che loro si attivino maggiormente (“no, vabbè, papà, non è così, continua a combattere”).

In breve, come affrontare la malattia di un genitore?

  • Sembrerà banale, invece la cosa più sensata è di accettare la sua malattia. Accettare che il genitore è malato e vuole gestire la situazione in modo diverso rispetto ad altre volte.
  • Accettare che il genitore è innanzitutto un essere umano, con debolezze e punti di forza.
  • Smettere di vederlo con occhi da figlio innamorato del suo padre. Filtrare i sentimenti, renderli posati, realistici, in linea con la situazione attuale che il genitore sta vivendo. Osservarlo e rispettare le sue scelte. Vuole ancora combattere? Ha perso la fiducia? Vuole lasciarsi andare e morire dignitosamente? Quali sono i suoi desideri presenti? Cosa gli piacerebbe poter fare, nel suo piccolo e come lo posso agevolare in questo?
  • Passare del tempo di qualità insieme. Come prima cosa, mettere via il pc, il cellulare. Presenza piacevole e piena con lui, nel qui ed ora, senza altre distrazioni. Ogni momento è prezioso e unico.
  • Permettergli, aiutarlo di fare i conti con il presente. Che sia accompagnarlo nella scrittura del testamento, nella divisione dei beni personali, nella scelta del funerale, anche se tu credi fortemente che lui vivrà ancora, che abbia ancora le forze per farcela e lo confermano anche i medici.
  • Separare i tuoi vissuti forti, renderli chiari e puliti. Da un lato la rabbia, l’impotenza, voler aiutare e non poter far niente; da un altro lato invece godersi i momenti insieme e alla fine vivere tutto come una grande ricchezza e pienezza, un’eredità che potrai portare avanti e trasmettere a tuo turno, alle generazioni successive.
  • Riconoscere ed onorare quel lasciarsi andare alla vita che non è subire. Si tratta di stare nel flusso, seguire la vita ed abbracciarla per quella che è. A volte gioiosa e piacevolmente intensa, altre volte dolorosa e faticosa, dove la malattia e la morte ne fanno parte naturalmente. Per tutti noi.

[Testo originale su it.quora.com]

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Olivia Ceobotaru
info@oliviaceobotaru.com

Sono Olivia Ceobotaru, psicologa clinica. Lavoro sul tema dell’amore e delle relazioni per adulti, coppie e famiglie. Tratto con rispetto e leggerezza argomenti delicati come l’abuso, la violenza in generale, il trauma.

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