I narcisisti sono capaci di introspezione

I narcisisti sono capaci di introspezione?

I narcisisti sono capaci di introspezione? La risposta secca è no.

L’introspezione è la capacità di osservarsi e di analizzarsi, richiede una buona fetta di sensibilità per distinguere le sfumature della propria psiche. Chi sono, come sono, quali sono i miei punti di forza e di debolezza, comprendere i miei sentimenti, pensieri, desideri; comprendere come il pensiero stimola il mio corpo, ascoltare il mio cuore.

L’introspezione inizia a svilupparsi in forma incipiente in adolescenza e accompagna tutta la vita adulta. In adolescenza si delinea il distacco dalla famiglia di origine, verso maggiore intimità e complicità con gli amici della comitiva, le prime pulsioni sessuali pensate, agite e condivise, la segretezza, le piccole trasgressioni come segno di ribellione (mamma, dammi pace, sto crescendo!) e bisogno di maggiore spazio.

In breve, a 15-19 anni abbiamo acquisito una capacità introspettiva adeguata al ciclo vitale, a 30 anni l’introspezione dovrebbe essere ancora più articolata e fluida e raccogliere le nostre storie ed esperienze fatte, come le abbiamo attraversato, cosa abbiamo imparato, come/ se ci hanno ferito oppure nutrito; abbiamo acquisito una capacità introspettiva più ampia, integrata, globale di noi stessi e del mondo circostante, sempre modulata dal nostro vissuto, unico e personale.

Il narcisismo patologico

Secondo gli studiosi del narcisismo (in particolare Heinz Kohut e James Masterson, psicoanalisti), il narcisismo patologico rappresenta un arresto dello sviluppo psichico all’età infantile (entro i 5 anni di età). In quel preciso periodo il bambino presenta una visione scissa del mondo (buono o cattivo), un pensiero lineare e semplicistico; la rete neurale del suo cervello si sta ancora attivando e ampliando, in base all’interazione con la figura materna.

Entro i 5 anni il bambino non sa riflettere; non sa ancora gestire i propri impulsi; non possiede una disciplina interiore matura data dalla comprensione di ciò che sente; la sua rabbia è primitiva, si esprime con urli, pianti, buttarsi per terra, mettere il broncio, rompere gli oggetti, picchiare il fratello, spingere la madre; a tratti alterna l’amore con l’odio quando non viene soddisfatto; impara a dire le bugie (non sono stato io!) perché come età, è troppo presto per comprendere concetti astratti come responsabilità, rispetto, dovere, diritti, è invidioso e geloso quando non vengono soddisfatte le sue esigenze. È il compito del genitore attraverso il suo modello personale ad insegnarlo e il bambino impara per imitazione.

In particolare le persone che hanno avuto a che fare da vicino con partner e familiari affetti dal NP, possono osservare come lo sviluppo psichico del loro conoscente significativo sembra identico a quello di un bambino di 5 anni. Sottosviluppato, inibito, impaurito, sfiduciato, con grande desiderio di contatto umano, di calore ed affetto, ma spaventato a morte a darlo e a riceverlo.

Cosa significa essere incapaci di introspezione

L’incapacità di introspezione significa anche difficoltà a mettersi in gioco e a nudo, non svelarsi mai per paura di essere invasi, controllati, traditi. L’incapacità introspettiva significa possedere una scarsa mentalizzazione.

Significa non tollerare i monologhi, né i dialoghi con l’altro, con ulteriore deterioramento delle relazioni personali. È possibile osservare con stupore una forte discrepanza tra il blocco introspettivo nella vita personale e la maestria con la quale possono volare in superficie nei contesti sociali, adeguati in riflessioni connesse al mondo esterno a loro (politica, sport, vacanze, interessi, lavoro, ecc).

Ci ritroviamo di fronte persone NP costrette a crescere precocemente, che agiscono e si comportano come se avessero conquistato l’identità (e quindi la maturità affettiva), come se avessero regolarmente percorso tutti gli stati emotivi della crescita quando invece risultano bloccati emotivamente all’età di 5 anni. Mostrano un’identità che non hanno mai sperimentato, che non corrisponde al reale vissuto interno.

Quando sono motivati e determinati a svolgere una psicoterapia, possono imparare lentamente a riflettere, possono sentirsi sostenuti ed ascoltati e man mano con l’andamento del trattamento possono imparare che la vita non è solo competizione, che possono esistere senza un esagerato bisogno di dimostrare il proprio valore.

[testo originale su it.quora.com]

Olivia Ceobotaru
info@oliviaceobotaru.com

Sono Olivia Ceobotaru, psicologa clinica. Lavoro sul tema dell’amore e delle relazioni per adulti, coppie e famiglie. Tratto con rispetto e leggerezza argomenti delicati come l’abuso, la violenza in generale, il trauma.

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