Non volere relazioni amorose per un po'

Perché non voglio più avere una relazione amorosa per un po’?

È normale a termine di una relazione, non volere più relazioni per un po’ di tempo? Nella mia città (piccolissima) non è cosa comune, nelle altre realtà lo è?

È sano ed è indicato prendersi una pausa dalle relazioni sentimentali.

La storia di Mirella

Immaginiamo Mirella. Ha 30 anni, fa la segretaria presso uno studio di commercialisti, in una piccola città di provincia. Conosce Paolo, sono coetanei e si frequentano da quando ne avevano entrambi 20. Bei tempi! Uscite fuori porta, la loro comitiva di amici, crescono insieme. Due anni fa, finalmente, vanno a convivere. I genitori sono entusiasti e aspettano con ansia quella notizia: che diventeranno nonni.

Invece la convivenza si fa pesante, differenze di carattere ed è difficile collaborare. Noia, fatica, crolla il mito del principe azzurro. Mirella cerca di dare altre chance, ci provano entrambi. Nessuno sa niente e quando si lasciano, nel paese tutti rimangono scioccati. Ma come, proprio loro? Così carini, giovani e sorridenti! Proprio una bella coppia! Gli avrà messo le corna? Sarà incinta di un’altro? I rumors girano. Mirella è stanca, esausta e si butta sul lavoro. Non vuole più sapere niente di lui e della sua famiglia. Vuole respirare e riposare! Non vuole nemmeno affrontare i volti concertati dei genitori, preoccupati per lei. Manco fosse la terza guerra mondiale! Ce la farò! Le amiche sono tutte o in coppia oppure trasferite in altre regioni. La pressione sociale intorno a lei è forte, è tempo di mettere su casa e famiglia, così fanno tutti. Suo fratello sarà padre a breve.

Nel suo paese e soprattutto a casa sua il valore della famiglia emerge con forza, diffuso in ogni cosa. Anche nella semplice lasagna della domenica, che tanto semplice non è. Bisogna stare tutti uniti, insieme. Anche a tavola! Così fanno le famiglie! Mirella vuole bene ai suoi e si ritrova, per la prima volta nella sua vita, in conflitto con se stessa. Desidera domeniche per conto suo, senza sentire sensi di colpa di aver deluso qualcuno e fatto un torto alla famiglia. Desidera anche domeniche diverse, in base al suo stato d’animo, che al momento è pessimo. Desidera vivere senza più spiegarsi, giustificarsi, raccontarsi.

Ora vuole silenzio, calma, elaborare questa separazione. Magari perdere qualche chilo, viaggiare, perché no? Piange spesso, a casetta sua, mentre ricorda lui e pensa al tempo perso insieme, poi si asciuga le lacrime e l’ansia diminuisce. Fino al giorno dopo. A tratti, il dolore risale. Poi lei ha letto su internet che è normale che sia così, che a volte ti senti carica, poi triste e sola e di nuovo bizzarra, confusa. Dicono che bisogna avere pazienza con se stessi, così dicono gli psicologi e tollerare la frustrazione e il dolore, la nuova vita senza di lui. E come si fa? Non lo sa, è sempre stata insieme a Paolo, si conoscono dalle elementari. Prima compagni di classe, amici – nemici e poi come fidanzati. Come si fa a vivere da sola?

Bisogna imparare a tollerare il dolore e a rispettarsi

Quando vivi in un piccolo paese oppure ovunque nel mondo e le persone intorno a te fanno fatica a rimanere da sole dopo una rottura sentimentale significativa, questo impulso frenetico di buttarsi in altre relazioni, pur di trombamicizia, diventa caratteristica comportamentale e quindi la norma. Cosi fanno tutti, quindi sarà giusto, vero?

Ragazzi, bisogna imparare a tollerare il dolore. Un po’ di solitudine ti fa riflettere, ti fa scoprire, se avrai curiosità, nuovi interessi. Basta andare su YouTube per imparare come fare.. basta prenotare online il tuo viaggio. Comodamente dal calduccio di casa tua. Basta voler imparare una nuova lingua, esistono le applicazioni e poi i gruppi dove poter parlare con nativi ed applicarti. Basta prendere la bici e fare un giretto.

Un po’ di solitudine ti farà sentire l’angoscia che vieni al mondo da solo e sempre solo te ne andrai. Lo so che nel frattempo avrai mamma, papà, gli amici e i vari compagni di viaggio. E tutto ciò e irrilevante rispetto al rapporto intimo e delicato che hai con te stesso. Ti stimi? Ti piaci? Pensi di valere abbastanza? Pensi di fare la differenza per te stesso, trattandoti con rispetto, allontanandoti dai luoghi e le persone che non ti fanno stare bene? Pensi di lasciar andare?

Rispettarsi significa comprendere che ogni cosa complessa e significativa necessita del tempo per essere processata. Non solo la lasagna che hai appena mangiato a pranzo. Soprattutto le relazioni importanti per noi. Quelle che sentiamo nel cuore e nella pancia di essere state significative. Lì bisogna prendere aria, fermarsi e dirsi ok. È troppo grossa, non ce la faccio.

Cosa fare quando non vuoi una relazione per un po’?

Ma cosa fanno le persone spesso? Sento la solitudine, ok, mangio. Ok, chiamo un amico. Ok, ho voglia di sesso. No, non è così, ho voglia di parlare con qualcuno (e quindi sesso). Ho voglia di coccole. Anzi, anche un solo abbraccio. Basta non stare MAI da soli. Terrore.

Resistere agli impulsi. Contenere le proprie emozioni. Sentirle TUTTE, non solo quelle che mi fa comodo. No, eh. La vita è bella se vissuta tutta, pienamente, così, per quella che è, accettare che molte cose le possiamo indirizzare, tante altre cose invece amen. Tutto il resto sono nostre illusioni, proiezioni, attese e pretese.

[testo originale su it.quora.com]

Olivia Ceobotaru
info@oliviaceobotaru.com

Sono Olivia Ceobotaru, psicologa clinica. Lavoro sul tema dell’amore e delle relazioni per adulti, coppie e famiglie. Tratto con rispetto e leggerezza argomenti delicati come l’abuso, la violenza in generale, il trauma.

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