È saggio affrontare la depressione senza l'aiuto dello psicologo

È saggio affrontare la depressione senza l’aiuto dello psicologo?

È una scelta saggia o stupida decidere di affrontare la depressione, senza aiuti esterni, come psicologi, psicoterapeuti, psichiatri? Il più delle volte è una scelta fondata:

  • sull’assenza di conoscenza (che la depressione non esiste, non è una malattia, se lo è succedono agli altri e non a me che ce la faccio da solo/a)
  • sulla paura e la diffidenza nelle figure sanitarie per sentito dire dagli altri,
  • per ciò che si legge in giro
  • per esperienze passate con gli psichiatri e gli psicologi.

La sfida con lo psicologo

Spesso la persona depressa tende a “sfidare” il professionista con il proprio atteggiamento scoraggiato, eh, ma con me non funziona niente, mi va bene così, con il desiderio inconscio di sollecitare l’altro ad accudirlo.

A volte possono anche squalificare terapie passate considerandole inutili e quando approfondisco, facendo domande specifiche, non sanno cosa hanno imparato, in cosa ha migliorato la loro vita. Possono dire “ma io non sono depresso/a“, basandosi sulla capacità di mantenere e funzionare bene sul lavoro, anche se poi la vita privata è inesistente, impoverita di amicizie, spesso in autoisolamento a casa.

Chi non sa fermarsi

Altre volte incontro i cosiddetti depressi allegri, gli accelerati che non sanno e non possono fermarsi, sempre a fare, a sistemare, circondati da mille task e persone. Più sono stracarichi, più si sentono utili, vivi. E quando indago con delicatezza e tranquillità, si scopre una depressione latente di fondo.

Altre volte “io sono depresso/a” (con una diagnosi fatta in precedenza alla mano) potrebbe significare anche l’identificazione con il ruolo del malato. Naturalmente, del malato ostinato che non vuole curarsi e sa qual è il suo disagio. Vorrei ma non posso, dice una canzone.

L’approccio sistemico relazionale

Nell’approccio sistemico-relazionale la depressione non è solo la diagnosi; è considerata il sintomo che segnala che qualcosa non va nella vita della persona.

Quando la famiglia preoccupata porta il figlio adolescente ormai diventato taciturno e scontroso con tutti.

Posso osservare come il figlio, il paziente designato, è anche il più coraggioso, colui che porta l’intero sistema familiare che non funziona più e ha bisogno di una nuova ristrutturazione. Naturalmente è una chiave di lettura interessante che può sembrare paradossale.

Come affrontare la depressione

Per tornare alla domanda principale “È saggio affrontare la depressione senza l’aiuto dello psicologo?”, se non affronti il tuo malessere con l’aiuto di uno specialista, sprechi anni della tua vita invano, sforzandoti di funzionare decentemente, mentre quando torni a casa, nel tuo intimo, sai benissimo di fare finta e di mentirti da solo/a.

Esistono depressioni leggere che si curano con la sola psicoterapia, altre che necessitano, almeno nel primo periodo, anche l’utilizzo degli psicofarmaci.

Insieme al professionista dovrai rimettere in discussione tutta la tua vita e curare anche l’igiene del sonno e dell’alimentazione; fare conti con le proprie umane fragilità, scendere dal piedistallo faccio tutto io, posso fare tutto.

Se ancora i miei argomenti non ti hanno convinto/a, continua pure con i fiori di Bach, le meditazioni, i libri di crescita personale, le sedute spiritiche, la lettura dei tarocchi, le costellazioni familiari, il buddhismo, le preghiere, i gruppi online di mutuo aiuto, potrai semplicemente rendere miserabili e faticosi gli anni della tua vita, dove aumenterà il tempo in cui starai male, con piccole gocce di luce e colore che ti illuderanno di avere trovato la strada.

E se i pensieri di morte arrivano e credi che sia il destino, anche questa è una decisione che va rispettata. E poi non lamentarti. L’hai scelto TU.

[testo originale su it.quora.com]

Olivia Ceobotaru
info@oliviaceobotaru.com

Sono Olivia Ceobotaru, psicologa clinica. Lavoro sul tema dell’amore e delle relazioni per adulti, coppie e famiglie. Tratto con rispetto e leggerezza argomenti delicati come l’abuso, la violenza in generale, il trauma.

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